Moggi Cattaneo Minuteria Meccanica Tornita è specializzata nella lavorazione in conto terzi di acciai inossidabili a Pavia. Nel dettaglio, il laboratorio sviluppa semilavorati e assemblati per diversi settori industriali. Grazie all’impiego di macchinari all’avanguardia, l’azienda sa rispondere con rapidità e competenza alle specifiche dei clienti.
Il processo di trasformazione più ricorrente, nella lavorazione in conto terzi di acciai inossidabili come l’inox 303, consiste nella lavorazione meccanica per asportazione di truciolo; accanto alle marche “standard”, quindi, ci sono le corrispondenti marche con aggiunta di zolfo. L’AISI 303 in particolare è analiticamente simile all’AISI 304, ma con un tenore in zolfo che, pur essendo inferiore allo 0,5%, è comunque più di dieci volte superiore a quello ammesso per il 304 (S = 0,015).
L’addizione di Zolfo migliora la lavorabilità alla macchina utensile (favorendo la frammentazione del truciolo ed aumentando la longevità degli utensili da taglio), a discapito però della resistenza alla corrosione puntiforme e interstiziale.
Le migliori caratteristiche d’impiego dal punto di vista meccanico si ottengono con una solubilizzazione, consistente in un riscaldamento e mantenimento alla temperatura di 1000 ÷ 1100 °C seguito da un raffreddamento rapido all’aria o all’acqua.
Per le barre trafilate, particolare lavorazione in conto terzi degli acciai inossidabili, è inevitabile l’insorgere dell’incrudimento; per questo motivo, la norma di riferimento per questo tipo di prodotti (EN 10088–3:2005) stabilisce che i valori di resistenza a trazione possano aumentare sino a 200 MPa e l’allungamento possa scendere sino al 20%.
L’elevato tenore in Zolfo riduce fortemente anche la deformabilità plastica sia a freddo che a caldo.
La forgiabilità dell’AISI 303 risulta pertanto difficoltosa. Si possono comunque ottenere risultati accettabili con un riscaldamento sino a 1180 ÷ 1210 °C e la forgiatura tra 1210 e 950 °C.
La saldabilità è un’altra caratteristica che perde consistenza con l’addizione di Zolfo. Il solo processo di saldatura consigliato è quello per attrito: se la saldatura fosse imprescindibile, è meglio impiegare una marca austenoferritica come metallo di apporto.
Malgrado le suddette limitazioni conseguenti all’addizione di zolfo, l’AISI 303 resta una delle marche di acciaio inossidabile più ampiamente diffuse nei prodotti lunghi, per la sua ottima lavorabilità alla macchina utensile.
Le lavorazioni, le macchine e gli utensili da taglio impiegati , sono alcune delle numerose “variabili” che possono rendere più o meno agevole l’asportazione di truciolo.
Nella lavorazione in conto terzi di acciai inossidabili, quindi, ogni produttore offre agli utilizzatori una ricca documentazione esaustiva.
AISI 304 ed AISI 304L (“L” significa Low Carbon”, ossia con basso tenore in Carbonio) sono due marche che si differenziano analiticamente solo per il carbonio, il nichel ed il cromo. Per il carbonio è evidente che qualsiasi percentuale sia presente in un AISI 304L rientri nei valori ammessi per l’AISI 304. Le forcelle analitiche di cromo e di nichel per l’AISI 304L rientrano in quelle per l’AISI 304.
È quindi corretta la certificazione doppia delle due leghe. Un AISI 304L è sempre anche un AISI 304, ma non vale il contrario.
La resistenza alla corrosione della marca è buona in numerosi ambienti naturali: acque dolci ed atmosfere rurali ed urbane, salvo in aree con elevata concentrazione di cloruri (aree costiere) o di sostanze acide (talune aree industriali).
La lega è generalmente utilizzabile nell’industria alimentare ed agroalimentare, con qualche eccezione: vini bianchi, mostarde, alcune tipologie di succhi di frutta per le loro concentrazioni di acidità...).
Qualche cautela è inoltre necessaria in alcuni ambienti chimici (acido nitrico, acidi organici diluiti anche a freddo...).
Molto buona è invece la resistenza alla corrosione intergranulare, anche dopo la saldatura.
Tutti gli acciai austenitici sono soggetti al fenomeno dell’incrudimento: un indurimento in superficie causato da una forte deformazione plastica o di una lavorazione meccanica “aggressiva”. Dall’incrudimento deriva l’insorgenza di un magnetismo indotto conseguente alla formazione di plaghe di martensite, ma è un fenomeno di poca rilevanza.
Gli effetti dell’incrudimento, nella lavorazione in conto terzi di acciai inossidabili, possono essere neutralizzati con il trattamento termico di solubilizzazione.
Anche in questo caso, l’eventuale problema dell’incrudimento permette di aumentare i valori di resistenza a trazione fino a 200 MPa, mentre l’allungamento può scendere sino al 20%.
I due tipi hanno una buona attitudine alle trasformazioni a caldo (stampaggio e/o fucinatura).
Il riscaldamento a 1150 ÷ 1180 °C non richiede particolari accorgimenti, e la temperatura di forgiatura è accettabile sino a circa 950 °C.
Questa lavorazione in conto terzi di acciai inossidabili è eccellente per entrambe le marche, sia con metallo di apporto che senza. Dopo saldatura non occorre alcun trattamento termico.
Il basso tenore di carbonio rende comunque sicura questa operazione, limitando la precipitazione di carburi di cromo.
L’assenza dei carburi di cromo rende più semplice le lavorazioni meccaniche come l’asportazione di truciolo; la lavorabilità, in ogni caso, dipende dalle caratteristiche delle macchine impiegate.
AISI 316 ed AISI 316L (“L” significa Low Carbon”, ossia con basso tenore in Carbonio) sono due marche che si differenziano analiticamente solo per il carbonio: a prescindere dalla percentuale contenuta, l'analisi rientra nei valori ammessi per l'AISI 316.
La presenza del molibdeno rende ottima la resistenza alla corrosione anche in presenza di moderata concentrazione di cloruri e acidi. Il 316/316L viene usato nel settore alimentare ed agroalimentare ed in diversi ambienti chimici e clorurati, in specifiche condizioni di temperatura e concentrazione.
Notevole è la resistenza alla corrosione intergranulare, anche dopo la saldatura.
L’incrudimento cui sono soggetti gli acciai austenitici comporta l’insorgenza di un magnetismo indotto, che di solito ha una scarsa rilevanza. Gli effetti indesiderati dell’incrudimento possono tuttavia essere bypassati
con il trattamento termico della solubilizzazione, che consiste in un riscaldamento a temperature dell’ordine di 1000 ÷ 1100 °C seguito da un raffreddamento rapido con acqua o in aria.
In ogni caso, per evitare l’insorgenza dell’incrudimento la norma di riferimento (EN 10088–3:2005) permette di incrementare i valori di resistenza a trazione fino a 200 MPa e diminuire l’allungamento fino al 20%.
Buona è l’attitudine alle trasformazioni a caldo, lavorazione in conto terzi di acciai inossidabili come stampaggio e/o fucinatura.
Il riscaldamento a 1150 ÷ 1180 °C non richiede particolari accorgimenti, e la temperatura di forgiatura è accettabile sino a circa 950 °C; il raffreddamento all'aria o all'acqua è possibile se non c’è il rischio di deformazioni.
La saldabilità è molto buona per entrambe le marche, sia con metallo di apporto sia senza. Il basso tenore in carbonio rende sicura questa operazione, limitando la precipitazione di carburi di cromo.
Nessun trattamento termico occorre dopo la saldatura.
L’assenza dei carburi di cromo rende più semplici anche le lavorazione in conto terzi di acciai inossidabili quali l’asportazione di truciolo, che in ogni caso dipendono da numerose “variabili”, tra cui la tipologia di macchina e la qualità degli utensili utilizzati.
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